Opera aperta. Forma e indeterminazione nelle poetiche contemporanee by Umberto Eco

Opera aperta. Forma e indeterminazione nelle poetiche contemporanee by Umberto Eco

autore:Umberto Eco
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Saggio
editore: Bompiani
pubblicato: 2006-01-04T23:00:00+00:00


Informazione e percezione

La stessa tematica informazionale ha potuto convergere nella ricerca psicologica aprendo vie assai fruttuose. Nell’esaminare il solito problema di una percezione che sia in fondo una deformazione dell’oggetto (nel senso che vi è variazione dell’oggetto secondo la disposizione del percipiente), Ombredane (40) riconosce, come altri studiosi che già abbiamo citato, che alla fine il processo di esplorazione si immobilizza per effetto di una decisione e dà origine a una forma che si cristallizza e si impone. Ma alla domanda “da dove vengono queste forme?” Ombredane rifiuta di dare la risposta gestaltista ispirata ai princípi d’isomorfismo, per esaminare invece la genesi del fenomeno strutturale alla luce del fattore esperienziale.

“Se si paragonano i diversi punti di vista… si constata che un carattere fondamentale della percezione è dato dal fatto che essa risulta da un processo fluttuante, che comporta scambi incessanti tra la disposizione del soggetto e le configurazioni possibili dell’oggetto, e che queste configurazioni dell’oggetto sono piú o meno stabili o instabili all’interno di un sistema temporo-spaziale piú o meno isolato, caratteristico dell’episodio comportamentale… La percezione può essere espressa in termini di probabilità sul modello di ciò che si vede nella termodinamica o nella teoria dell’informazione.” Infatti il percetto si presenterebbe come la configurazione sensibile, momentaneamente stabilizzata, sotto la quale si manifesta il raggruppamento piú o meno ridondante delle informazioni utili che il ricettore ha prelevato nel campo stimolante, durante il corso dell’operazione percettiva. Questo perché lo stesso campo stimolante offre la possibilità di trarre da esso un numero indeterminato di modelli a ridondanza variabile; ma anche perché ciò che i gestaltisti chiamano “forma buona” è in realtà, tra tutti i modelli, quello che “richiede una informazione minima e comporta una ridondanza massima”. Cosí la buona forma corrisponderebbe “allo stato di probabilità massima di un insieme percettivo fluttuante”.

Ci rendiamo allora conto che, tradotta in termini di probabilità statistica, la nozione di forma buona perde ogni connotazione di necessità ontologica e non comporta piú, come suo corrispettivo, una struttura prefissata dei processi percettivi, un codice definitivo della percezione.

Il campo stimolante di cui parla Ombredane, che offre varie possibilità di raggruppamento ridondante grazie alla sua indeterminazione, non si oppone alla buona forma come un informe non percepibile si opporrebbe al percetto. In un campo stimolante il soggetto individua la forma piú ridondante quando vi è spinto da particolari propositi, ma egli può anche rinunciare alla buona forma in favore di altri modelli di coordinazione che rimangono possibili sullo sfondo.

Sia da un punto di vista operativo che tipologico, Ombredane pensa che si potrebbero caratterizzare diversi tipi di esplorazione del campo stimolante: “si potrebbe distinguere l’individuo che abbrevia la sua esplorazione e decide di sfruttare una struttura percepita prima di aver utilizzato tutti gli elementi di informazione che avrebbe potuto raccogliere; l’individuo che prolunga la sua esplorazione e si proibisce di adottare le strutture che si presentano; l’individuo che mette d’accordo i due atteggiamenti sia per confrontare piú decisioni possibili che per integrarle nel miglior dei modi in un percetto unitario progressivamente costruito. Si



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